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Il cancello

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La riva

 

Nel fondo della notte,

a lungo l’ho guardato

il buio tremando

con tuttala paura

che mai più

facesse giorno

e fosse, la riva,

la memoria di un sogno

o un’altra vita.

 

 

 

La città

 

A chi si appresta

al finestrino e chiede:

« Che paese è questo? »

nessuno che risponda.

 

Erba di traversina

ai lati delle ruote;

il convoglio si muove

per la città

che ancora

non ha nome.

 

 

 

Il cancello

 

a Liana 

 

Al cancello dei morti

si impigliò il foulard

e ancora lo conservi

assieme all’istantanea

che il tedesco gentile

ci scattò d’estate,

 

quella di noi più giovani

col fondo di filari bianchi.

 

 

 

Ad ogni ora

 

Guardo fuori dai vetri

laggiù dove ti amo

ad ogni ora che perdo

o mi abbandona

perché di noi

non si ricorda l’aria

che passa dentro gli anni

e non ritorna.

 

 

 

L’aria di lei

 

Oh l’aria di lei comparsa

al fondo della via,

la beata indolenza

che fa grigio febbraio

e disadorno

a chi allontana gli occhi

e non la chiama,

vana felicità senza futuro.

 

 

 

Preghiera

 

Umile nel ricordo,

così segrete vanno

le tue canzoni

al muro delle rose.

 

Ti sovvenga di me

nell’altra storia

ora che lasci il vuoto

a cui mi affido,

cara creatura e madre

per cui non c’è parola.

 

 

[ da Il cancello, Francesco Scarabicchi, peQuod ]

 

 

 Franca Alaimo - 13/02/2019 00:02:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

la bella semplicità di questi versi (quella che si conquista dopo avere imparato l’essenziale, sfrondando poco a poco le foglie ormai secche) mira a celebrare, pur , o forse appunto, nella consapevolezza della fragilità, l’essere o l’essere stati insieme a tutte le cose, piccole o grandi, che hanno accompagnato la vita. E’ come se ogni volta l’autore raccontasse un addio, ma con la serenità di chi accetta le regole del tempo e di chi sa che la parola a questo serve: a non lasciare cadere, a non dimenticare.

 Salvatore Violante - 11/02/2019 17:40:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Violante » ]

Una poesia pulita questa di Scarabicchi, fresca, che non abbisogna di officine particolari. Una poesia ispirata che funziona, lieve,sapiente che viene prima sensualmente percepita e poi docilmente assimilata. Una poesia piena che mostra per intero i suoi significanti. Complimenti poeta! C’è sempre una contentezza particolare quando ci si imbatte in questi davvero rari miracoli, quando la parola, nella sua semplicità, imprigiona, come in un pugno, il profumo di un pò di vita.

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